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I radioamatori in Italia

marconi kemp

Nel luglio 1897 un rimorchiatore attraversa il tratto di mare compreso tra Portovenere e l'Isola della Palmaria. A bordo un giovane di 23 anni dimostra alle autorità del governo italiano il funzionamento di un apparecchio di sua invenzione. Per diversi giorni il rimorchiatore va su e giù per il golfo, compiendo esperimenti di radiotelegrafia con i pirmi impianti del giovane, Guglielmo Marconi. Quella scena curiosa ha un testimone curioso, un ragazzo di sedici anni sulla sua barca a remi: è Gino Montefinale, un giovane del luogo, che in seguito sarebbe divenuto ingegnere elettrotecnico, contrammiraglio della Marina Militare e infine Direttore delle Officine Marconi di Genova dal 1935 al 1944.

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- GUGLIEMO MARCONI

Guglielmo Marconi può essere considerato il primo radioamatore del mondo, non solo da un punto di vista scientifico, ma particolarmente cronologico; un radioamatore ante litteram, che fu anche il primo Presidente, nel lontano 1927, dell’allora nascente Associazione che raggruppava i precursori del Radiantismo italiano.

Ma subito in Italia questa attività venne guardata con sospetto dalla autorità preposte, ed i radioamatori, tra divieti, sequestri ed angherie, mantennero in vita la loro passione ed il loro Sodalizio in una atmosfera di clandestinità che terminò solo alla fine della seconda guerra mondiale.

Nel 1946 le autorità alleate di occupazione, nei cui paesi il movimento radiantistico si era nel frattempo liberamente sviluppato, emisero i primi permessi provvisori. Fu indubbiamente un grande atto di stima nei riguardi dei radioamatori di un paese vinto ed occupato militarmente.

Vennero le alluvioni, i terremoti: dal Polesine a Firenze, alla Sicilia, al Friuli, all’Irpinia. Per la prima volta la cronaca si occupò dei radioamatori, di questi oscuri privati cittadini che erano stati in grado di sostituire le reti ufficiali di telecomunicazione laddove queste ultime erano state interrotte o distrutte.

Gli organi dello Stato e l’opinione pubblica cominciarono a rendersi conto dell’utilità del Servizio e dell’opera degli appassionati che, anche nelle condizioni più impensate e con mezzi di fortuna, realizzavano ciò che la potente, ma lenta macchina ufficiale, non era certo in grado di improvvisare. Per ben 48 ore le uniche comunicazioni con Firenze allagata, furono realizzate dai radioamatori, postisi a disposizione di organi di soccorso.

Anche nel caso dell’ultimo drammatico evento del terremoto in territorio marchigiano, sono stati proprio i radioamatori a dare i primi allarmi, quando le comunicazioni telefoniche erano interrotte o sovraccariche. Gli addetti ai soccorsi hanno attivato immediatamente un piano strategico di comunicazione, grazie alla preparazione tecnica degli operatori della Protezione Civile.

Per approfondimenti

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